Durante un colloquio di lavoro con il titolare di un’azienda, questi mi illustrava la tecnologia a sua
disposizione e ribadiva più volte il concetto che se si dota l’azienda di buone macchine (computer di marca)
si evitano guasti e di conseguenza interventi tecnici.
Forse non conoscendo di cosa si trattasse, alla mia domanda: “Come fate il BackUp dei dati?” Con imbarazzo,
mi ha risposto: “Non ci è necessario! Non né sentiamo il bisogno!”
Allora gli ho chiesto: “Ma lei crede che il patrimonio dell’azienda siano le buone macchine o i dati in
esse contenuti?”
Indispettendosi un pochino, mi ha fatto notare che quello era un colloquio di lavoro nel quale, dei due,
ero io a cercare lavoro e non viceversa. Mah!...
A quel punto, da impertinente gli ho domandato: “se dovesse crollare qui, tutto il palazzo… sarebbe pronto
ad esigere e motivare i crediti ai suoi creditori? E se poi l’erario le richiedesse le ricevute di pagamento
dei contributi dei dipendenti?” E lui, “Certo! C’è sempre il cartaceo!” E io “sotto le macerie? E il nero?
E sarebbe pronto dopo un incendio?”
A quel punto, penso di aver toccato un nervo scoperto e il colloquio è finito lì, con gentilezza mi ha
indicato la porta e sono andato via.
So per certo però che subito dopo ha chiamato l’azienda che gli cura l’assistenza hardware e ha chiesto il
preventivo per “num. 1 buon BackUp di marca”.
E voi che leggete… se il vostro PC, Notebook, Tablet, Smartphone ( telefonino ), si rifiutasse di collaborare…
cosa succederebbe? I Vostri ricordi, filmati, foto, che fine farebbero?
Il termine BackUp deriva dalla fusione delle due parole inglesi Back e Up, tradotto in: “di riserva”.
In informatica si indica l'operazione di salvataggio dei dati di un utente, su una qualunque memoria di massa,
al fine di prevenire la perdita definitiva in caso di eventi malevoli, accidentali o intenzionali.
Pensando così ai dati, come patrimonio dell’azienda o dell’utente, e non all’hardware. L’hardware si ricompra
migliore, i dati si perdono irrimediabilmente e basta.
L'attività di backup è un aspetto fondamentale della gestione di un computer, notebook, tablet, smartphome:
in caso di disastri ambientali, guasti, manomissioni, furti, smarrimenti, attacchi da parte di pirati
informatici, ecc., ci si assicura che esista una copia dei dati, assicurando quindi una ridondanza
logico/fisica di questi.
In ambito specialistico bisogna distinguere tra tre tipi di backup: backup, salvataggio dati, disaster recovery.
1) il termine backup indica un processo supportato da un'applicazione software dedicata,
manuale o automatico, articolato, che comprima o meno i dati (potrebbe essere anche quella del sistema
operativo). Si può prevedere un supporto diverso per ogni giorno lavorativo della settimana. I supporti di
backup non vanno lasciati incustoditi o vicino agli stessi dati; questo per evitare che in caso di furto o
incendio vengano rubati o distrutti gli uni e gli altri. I dati non sono immediatamente disponibili senza
fatica ma bisogna selezionare lo specifico job e ripristinarne, massivamente o selettivamente, i contenuti.
Di tanto in tanto bisogna anche verificare che l’operazione avvenga regolarmente e permetta il ripristino
(restore). E’ un'operazione importante e delicata e per questo, in ambito aziendale, è spesso una procedura
gestita all'amministratore IT.
2) il termine salvataggio dati allude all'operazione di copiare file (duplicare) dalla posizione
originale ad un archivio di sicurezza, manualmente o automaticamente, senza però implementare il processo
descritto. I dati sono immediatamente disponibili per il ripristino.
3) Il terzo, disaster recovery, protegge e assicura dalla distruzione fisica dei dati e dei luoghi
lavorativi (terremoti, guerre, uragani, alluvioni), quindi il backup dovrà essere eseguito e custodito su
supporti o server installati in uno o più luoghi fisici lontanissimi (altra nazione) dal luogo di lavoro.
Inoltre esiste anche: la clonazione, il mirroring, la sincronizzazione, l’archiviazione o storicizzazione,
che tratteremo in un’altra occasione.
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