Minestra primavera pag... 1 2 3
⇐ vai a Pag. 2
Quella sera, quella frase attesa, mi schizzò nel cervello come le
bollicine della coca cola quando la apri dopo averla agitata. Sentii un
freddo dentro dentro la testa, per un secondo credo. Poi pensai che
forse lui mi avrebbe delucidato la situazione, mi sarebbe stato di
aiuto.
Si... ma non nel provare la cottura delle stelline, e risposi “Siii, si
vieni” anche per non far capire alla mamma quello che da lì a poco
sarebbe accaduto.
Quando vidi la stellina di sinistra, alla quale mi ero affezionata,
dentro il suo cucchiaio che si stava sollevando dalla pentola, partii
la mia cucchiaia di legno e… Sdan! ecco la cucchiaiata, capite? Bella
piena, precisa sul dorso della mano, a far intenzionalmente male, tanto
ero folle di rabbia.
“Nci su sulu do stelline intra stu brodu, se ne provi una cu biti ci è
cotta, una quannu manci, nui ci facimu? Ne vivimu u brodu?”
(Ci sono solo due stelline in questo brodo, se ne assaggi una per
vedere se è cotta, una quando mangi, noi cosa facciamo? Ci beviamo il
brodo? )
Lui strofinandosi la mano dolorante,
“Ma si scema! Ai, ai. E lu sapia ieu! Mo è puru colpa mia ci intra u
brodu tai riscurdata cu minti a pastina. Tu mi hai detto vieni ad
assaggiare!”
(Ma sei scema! Ai, ai. E lo sapevo io! Adesso è colpa mia se nel brodo
ti sei dimenticata di mettere la pastina. Tu mi hai detto vieni ad
assaggiare?)
“Si” risposi io “Ti ho chiamato, ma non ti ho detto di assaggiare la
pastina. Dove hai gli occhi? Vedi? le stelline due sono! Cosa ceniamo
questa sera?”
Lui mi guardava sbigottito e non capiva la mia follia, poi getto uno
sguardo sul lavandino e vide la bustina tagliata della pastina e scoppio
a ridere.
Alle grida, la mamma alzò la testa dal lavoro cercando di capire il
perché, ci mise un po’ a collegare tutto ma ripensando al discorso
precedente capì.
Velocemente lasciò il lavoro e si alzò, prese un mazzo di spaghetti
dalla dispensa lo sbriciolò e lo butto nel brodo.
Ci sedemmo a cenare continuando a commentare l’avvenuto, delle stelline
nel brodo neanche l’ombra.
Mia madre era preoccupata pensando alla fine che avrei fatto quando lei
non ci sarebbe stata più e mio fratello, per sdrammatizzare, disse a mia
madre che la colpa era sua.
“Mamma non puoi dire: cuciniamo due stelline in brodo. Quella due, una e
due, ne butta nel brodo. Hee!”
Una delle risposte ripetibili di mia madre, quella che si può scrivere
in questo racconto è:
“so di aver partorito due figli stupidi, ma che arrivaste a tanto no!
Fatevi vedere da qualcuno!” “Si, si mamma non ti preoccupare, ci faremo
vedere si... ma da uno bravo però”.
E io che immaginavo quando lo avrei raccontato agli amici.
L’inverno non finì quel giorno, ma non cucinammo più brodino, per molto
tempo.
La minestra primavera venne bandita dalla nostra tavola. Ancora oggi,
quando vediamo le bustine, o per qualche motivo sentiamo “minestra
primavera” scoppiamo a ridere.
[ Home Page
| Contatti | Privacy | Mappa del Sito
]
Per informazioni scrivere a:
info@arbit.it
Via A. Guidoni 8, 73049 Ruffano (LE)