Minestra primavera pag... 1 2 3
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Lei aveva pronunciato quelle frasi senza badarci, presa com’era dal
lavoro continuò a lavorare, rassicurata anche dalle mie parole, non
intuì che la situazione stava sfuggendo di mano ad entrambe.
Presi la bustina della minestrina e lessi le istruzioni per la
preparazione, la prima volta.
Non avevo capito bene, strano no?
La solita pentola nella quale avevo messo l’acqua a bollire mi sembrò
piccola, se la pastina, la carota, il sedano, si gonfieranno è probabile
che qui vadano stretti, pensai.
Cambiai la pentola con un pentolone più grosso e cambiai anche il
cucchiaio di legno che si usa per girare, ne presi uno più lungo per
arrivare in fondo al pentolone.
Lessi la seconda volta le istruzioni, qualcosa mi sfuggiva.
La mia Euforia cominciò a scemare un po’, al suo posto cominciò a
crescere il panico.
Mio fratello sarebbe arrivato da lì a poco, era sempre puntuale, se non
lo era avvisava.
Quando arrivava era affamato e preferiva sedersi subito a tavola.
Non so come mai, ma ebbi il brutto presentimento che la cena sarebbe
andata a ……., ma non mi persi d’animo.
Mi fermai un attimo a riflettere
e fui subito illuminata. (PERICOLO)!!!!!!!!! Mi dissi: Calmati Antonella
e procedi passo passo.
Accidenti! Quando ci ripenso quanta difficoltà per preparare una
minestra già pronta. Comunque, dopo varie peripezie e stoviglie
sporcate, giunse il momento di buttare giù il contenuto della bustina.
Tagliai la confezione della minestra e ci sbirciai dentro, la versai in
un piatto. NON C’ERA NIENTE!!!!. Sembrava che ci fosse polvere, farina,
e il sedano?
Mi dissi: è normale è tuto disidratato, sicuramente nell’acqua si
reidraterà e si gonfierà diventando normale.
Buttai il contenuto della bustina nell’acqua che si colorò di giallo,
ma… e le stelline!?
E gira e mescola e gira e mescola non si vedevano stelline salire in
superfice.
All’improvviso sussultai dallo spavento perchè mentre ero
silenziosamente concentrata a cercare le stelline, nel brodo di questo
pentolone, mia madre:
“Antonella è successu nenzi”?.
(Antonella è successo niente?.)
“No”.
“E percè stai citta citta”.
(E perché stai zitta zitta.)
“Sta cucino”.
(Stò cucinando.)
“Ma tia no stai mai citta! Teni sempre qualche cosa te tire. Timme! Oi
me azzu ieu cu te iutu?”
(Ma tu non stai mai zitta! Hai sempre qualche cosa da dire. Dimmi!
Vuoi che mi alzi ad aiutarti?)
“No, no. Non c’è bisognu”.
(No, no Non c’è bisogno.)
Risposi io terrorizzata, se avesse intuito che si stava verificando
quello che lei mi aveva paventato… sarebbe scoppiato il finimondo.
Mentre pensavo di aver sbagliato qualcosa nella preparazione,
affiorarono in superfice due stelline, una saliva una scendeva.
Non era la stessa, una saliva a sinistra una scendeva a destra, e pensai
che forse le stelline c’erano e affioravano in superfice una alla volta,
lentamente.
Ma questi stupidi, pensai, che hanno preparato la bustina… per tre
persone… avessero almeno messo tre stelline, una per piatto, come se una
stellina in più avesse risolto la situazione.
Intanto rientrò mio fratello. Un tipo allegro e scherzoso. Avrei voluto
sprofondare nel pavimento e perdermi mentre, come al solito, si senti il
portoncino aprirsi e chiudersi, salire le scale, il rumore delle chiavi
poggiate sulla scrivania e...
“Buonasera! E allora ci se mancia?”.
(Buonasera! E allora cosa si mangia?.)
Il copione è scritto e recitato a memoria ogni sera, “Minestrina”
risposi io che aspettavo la domanda e mi ero preparata a rispondere, in
modo da non suscitare sospetti.
“Allora prou visciu se è cotta?.”
(Allora provo a vedere se è cotta?)
Sono rituali che si ripetono da anni, sempre, meccanicamente, per
scherzare.
Lui dice di essere la cavia, se non muore assaggiando quello che preparo
io si può mangiare....
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