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L'anima tu Romeo pag... 1 2 3

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L'anima tu Romeo - pag. 2

vai a ⇐ Pag. 1   Questo dramma non andava in scena ogni pomeriggio, ma veniva replicato a mia inconsapevole richiesta.
Questa volta però è diverso! Ho capito che la nonna non la racconta giusta, sparisce sempre quando l'anima tu Romeo compare.
Adesso mi attacco al suo grembiule, la smaschererò... l’anima tu Romeo, see!...
Nella mia testa da bambino dicevo: "questo pomeriggio non posso assolutamente andare a letto. Gli amici mi aspettano sotto la solita pensilina".
Ci mettevamo sotto la finestra della camera da letto dei vicini, che quando non né potevano più del nostro chiacchiericcio aprivano la tapparella e ci rinfrescavano con una secchiata d’acqua.
Al minimo rumore della tapparella… tutti via in un fuggi fuggi generale.
Guai... guai a farsi riconoscere, erano botte dalla nonna o dalla zia, paventate innumerevoli volte ma mai date a dir la verità. ("Se ti prendo ti faccio nero" diceva la nonna, che intanto si toglieva la ciabatta e la tirava. Io a destra e la ciabatta a sinistra, oppure cadeva poco distante dai suoi piedi. "Riportami la ciabatta che non ti faccio niente" diceva, come i cagnolini, fossi stupido! "Prendila da sola!" e lei prontamente "mi sporco il piede". Se see!.. ma questa è un'altra storia.)
Il gruppetto si ricostituiva, poco dopo, sotto un’altra ma assolata pensilina.
Mentre pensavo, "oggi devo costruire l'aquilone. Ho rubato la farina per la colla, il giornale c’è, mi mancano le canne per fare i bastoncini ma…" anche questa è un’altra storia.
Ad un tratto... Noo!.. Non ci posso credere!.. il cuore a mille, anche questo pomeriggio compare la solita terrificante cosa bianca…  è la nonna questa volta è qui ad esclamare “Hai visto? L’anima tu Romeo! VI CI TENEVAI ca non c’è nenzi pe tia. (Vai via che non c’è niente per te)”
La nonna  però era più coraggiosa.
Lei non aveva paura di niente, la vita dura l’aveva forgiata, avrebbe certamente saputo cosa fare se si fosse presentato in casa.. ma anche Lei ad un certo punto veniva pervasa da una certa paura, quando si accorgeva dell’assenza della Zia.


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“Dov’è la Zia? Quella stupida è fuori! Adesso vedi che l’ha messa nel sacco, corri fuori a salvare la Zia!”
“Corri fuori a chii? A me? Io che sono alto un metro meno un tappo... contro l’anima tu Romeo? Ma non scherziamo! E se poi mette anche me nel sacco? Ma guarda un po’ questa!”
Meglio ritirarsi sconfitti e andare a dormire anche questo pomeriggio, addio aquilone, la farina la userò per pescare.
Uffa! Pensavo di aver capito tutto…
Uffa! Ma la nonna era qui oggi, mannaggia!
“L’anima tu Romeo… tutti intru saccu meo”.
Qualcosa non quadrava però, io me la facevo sotto per la paura, nel vedere questa cosa bianca che sventolava sopra il muro e gli altri cugini che si sbellicavano dalle risate… 
“L’anima tu Romeo… tutti intru saccu meo” ripetevano gioiosi.
Per lo scampato pericolo, pensavo, loro erano bravi, il cattivo ero io.
Erano coraggiosi… o erano a conoscenza di qualcosa che io non sapevo?
Andò avanti un bel po’ di anni questa storia estiva, sii perché l’inverno al paese non funzionava.
A casa della nonna, quando volevano facessi il bravo, mi ripresentavano questa storia ma… ma al paese la logistica era diversa, non funzionava.
“L’anima tu Romeo… tutti intru saccu meo”, sii d’accordo, ma dov’è? Non la vedo! Il paese è distante dal mare, non riesce ad arrivare prontamente, pensavo tra me e me.
Qualche anno dopo, al mare una sera d’estate, eravamo seduti al fresco, avevamo formato un cerchio, sotto al cono di luce dell’ultimo lampione stradale.
Tutte le lampadine delle case erano spente, per via della storia che la luce attrae le noiosissime zanzare.
Oltre il cono di luce del lampione non si vedeva nulla, buio pesto, si percepiva solo l'aperta campagna.
La strada non asfaltata finiva lì, nel vigneto, non passava nessuno, nessun rumore.
Non si vedevano neanche gli usci delle case.
Quasi nessuno possedeva la TV o altro, e per passare il tempo, in questo già spaventoso buio, tutto il vicinato si era riunito a raccontare storie fantastiche... di fantasmi... facendosi sempre più sotto alla luce del lampione con la sedia, per paura del buio e per farsi coraggio. Continua a Pag. 3 ⇒


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Il fantasma della finestra. Il fantasma della finestra - Minestra primavera Minestra primavera.

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